Dedicato al cardinale Carlo Maria Martini il Museo diocesano di Milano


Il Museo diocesano di Milano si prepara a celebrare il suo quindicesimo anniversario di attività, e lo fa anzitutto con un cambiamento di nome: come è stato annunciato in una conferenza stampa tenutasi il 21 aprile, il Museo sarà dedicato al cardinale Carlo Maria Martini.

«Si tratta un omaggio dovuto - ha affermato l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola -. Oltre che la più ragionevole, è sembrata a tutti anche la scelta più significativa, sia per la Chiesa, sia per la città. In primo luogo perché è stato Martini a promuovere l’idea del Museo, e poi per la poliedricità della sua figura e la sua capacità di dialogare con tanti mondi della cultura. La sua idea era quella di cominciare a far godere la città di questi beni. Ora lavoreremo assieme alla Fondazione Carlo Maria Martini per celebrare al meglio questo fatto». L’intitolazione ufficiale è prevista intorno al 5 novembre, data esatta dell’inaugurazione del Museo, nel 2001.

I programmi futuri del Museo sono stati illustrati da mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura della diocesi di Milano, che ha sottolineato come la celebrazione dell'anniversario sarà per il Museo l’occasione per confermare il progetto vissuto sino ad oggi con alcuni passi ulteriori, come la nascita del nuovo polo museale e monumentale con la fusione tra Museo Diocesano e il complesso di Sant’Eustorgio. «Il luogo dove si trova il Museo - ha spiegato Bressan - venne scelto dal cardinale Martini certo non a caso. Seguendo questa felice intuizione vogliamo che il suo far parte del complesso conventuale di Sant'Eustorgio, culla del cristianesimo a Milano secondo la tradizione - non sia un fatto meramente logistico, ma diventi il punto di partenza di una proposta spirituale e culturale alla città. Basilica, Cappella Portinari, cimitero Paleocristiano, Museo Diocesano di Milano costituiscono un insieme di rara bellezza che va presentato e offerto nella sua unità e unicità attraverso percorsi di visita e attività culturali comuni che già ci vedono impegnati a livello di progettazione nell’offerta ai fedeli e alla città tutta».