Del cardinal Martini sono stati descritti tratti di fisionomia in maniera rispettosa, ma anche caricature abbozzate da osservatori improvvisati e superficiali. Vorrei delineare qui alcuni aspetti del suo ministero, riflettendo in un secondo tempo sulla sua testimonianza sui cammini della pace.
Tutto, nella vita, nell’azione e nella parola di Martini, lo qualifica come anzitutto ed essenzialmente un uomo di Dio e in particolare un religioso nel senso pieno e alto della parola. Il card. Martini è stato, infatti, un uomo di Chiesa nel quale la persuasione del primato dello Spirito ha sempre dominato sulla fedeltà e sull’amore con cui ha servito l’istituzione ecclesiastica. Lo Spirito è stato da lui ricercato, con semplicità e con tenacia, nella vita e nei doni delle persone, negli avvenimenti ecclesiali e nei fatti che costituiscono la storia. Attenzione allo Spirito, alla sua sovrana libertà e nella sua sorprendente creatività, significava per lui operare per una Chiesa che, proprio in quanto docile allo Spirito del suo Signore, fosse libera, povera, sciolta. Aggettivo quest’ultimo, da lui spesso utilizzato nel qualificare la Chiesa.