Le parole dell’Arcivescovo di Milano nella messa in suffragio del Cardinale Martini


«Quello che abbiamo veduto con i nostri occhi… che le nostre mani toccarono del Verbo della vita…»
(1Gv 1,1).

Un versetto della Prima Lettera di Giovanni ha segnato la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo Scola il 31 agosto scorso e il suo ricordo di Carlo Maria Martini.

In un Duomo gremito di fedeli l’Arcivescovo di Milano ha sottolineato come il brano giovanneo riprenda “il tema del ‘principio’ indagato nel prologo evangelico. Ma lo riprende in chiave esistenziale, come riflessione sull’esperienza. È questo un carattere decisivo del cristianesimo. La costatazione ci porta immediatamente alla figura del Cardinale Carlo Maria Martini. All’uomo, al cristiano, al Vescovo che ci ha lasciato come eredità preziosissima la passione per la Parola di Dio. E lo ha fatto riformulando creativamente la lectio biblica. In tal modo ha educato i fedeli – sacerdoti, religiosi, laici – alla familiarità con la sacra Scrittura, che posso toccare con mano visitando la nostra diocesi”.


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